Sono ormai quindici anni che mi occupo con passione e dedizione di progettazione paesaggistica.

Nella mia vita ho deciso di dedicarmi a questo lavoro ed in particolare alla cultura del giardino, grazie all’incontro e all’amicizia con Ippolito Pizzetti che ho avuto il piacere di conoscere durante il Corso di Architettura dei Giardini nella Facoltà di Architettura di Ferrara.

Pizzetti, uno dei grandi paesaggisti italiani, mi ha trasmesso la passione per l'arte dei giardini e la capacità di sviluppare uno sguardo aperto, creativo, dialettico con la natura. Negli ultimi anni della sua intensa carriera, insisteva sull’idea per cui 'ogni pianta ha bisogno del suo spazio vitale per poter esprimersi nella sua bellezza'.

In effetti, un giardino è innanzitutto è un organismo vivente che cambia nel tempo e che va incontro inesorabilmente a dei processi di crescita perpetui. Per progettare un giardino, è opportuno allora partire da questo mutamento. “E’ uno spettacolo in quattro atti", come sostiene Pizzetti, perché si esprime in autunno, in inverno, in primavera, e in estate e nel corso degli anni assumerà, di volta in volta, aspetti differenti.

Comprendere questi meccanismi della natura, significa promuovere una cultura del giardino basata su concetti valoriali dove la bellezza esce dai canoni rigidi del classicismo, per tramutarsi nel riconoscimento dell’unicità e della valorizzazione di ogni singola pianta in relazione allo spazio circostante: alberi, arbusti, piccole erbacee perenni, sono in relazione a tutti gli esseri viventi che lo abitano e ne fanno parte.

L'attenta osservazione del luogo e del paesaggio circostante, diventa il punto di partenza per creare il giardino, per questo nessun design sarà adattabile ad un altro giardino.

Un elogio al dialogo e alla lentezza, in quanto ogni soggetto vegetale potrà raggiungere la sua interezza nello spazio e nel tempo.

In questo modo, possiamo percorrere la strada della sostenibilità ambientale, favorendo il rispetto del luogo, la biodiversità e la rigenerazione ambientale. Una sostenibilità che sappiamo essere interdipendente da quella economica. Si ridurranno così i costi di realizzazione e gestione e si incrementerà il plusvalore di quel paesaggio nel futuro: 'ciò che ha meno valore oggi, acquisterà un maggior significato in futuro'.

Un giardino allora può diventare, oltre i propri confini, uno spazio utile e produttivo per tutti dove si respira bellezza, benessere e piacere. Un luogo primario d’incontro, con sé stessi e gli altri.